Uncharted 4 – A Thief’s End

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Uncharted 4 – A Thief’s End è il gioco perfetto per chi vuole unire una storia appassionante con un’esperienza intrigante: sì, perché Nathan Drake viene proiettato in una nuova avventura che è stata ideata per concludere la sua vicenda e, quindi, tutta la saga che negli ultimi anni ha coinvolto e convinto milioni di gamers. Tutto inizia a tre anni di distanza dagli episodi che sono stati messi in scena in Uncharted 3 (che aveva come sottotitolo L’inganno di Drake): Nathan sembra aver definitivamente messo da parte il proprio passato, ma ovviamente è costretto a tornare nel giro dei cacciatori di tesori per aiutare suo fratello Sam. Il giocatore, quindi, è impegnato a trovare il tesoro di Henry Every, capitano pirata, in una colonia – denominata Libertalia – che si trova in Africa.

Uno scenario emozionante, insomma, in cui ogni dialogo sa catturare l’attenzione, mentre anche le scene in cui non c’è azione riescono ad attirare l’interesse di chi gioca. Non si può non riconoscere che, rispetto al passato, il cambio di atmosfera è evidente: e come ogni cambiamento, questa decisione potrebbe essere gradita da alcuni ma non apprezzata da altri. Quel che è certo è che la sceneggiatura resiste in ogni passaggio perché è scritta bene, e il tema piratesco ha il pregio di far passare chi sta davanti allo schermo da un’emozione ad un’altra senza soluzione di continuità.Uncharted-4_drake-sully-vista

Per altro, anche le sequenze in apparenza più incredibili sono condite con una apprezzabile dose di realismo, che è il frutto dell’attenzione ai dettagli che permea Uncharted 4 – A Thief’s End. Si rimane colpiti in modo favorevole, poi, dall’equilibrio tra i diversi elementi: tra una sparatoria e un’esplorazione, tra un dialogo e una scazzottata, la bilancia non pende mai troppo da una parte o troppo da un’altra, e questo fa sì che il ritmo sia sempre perfetto e impeccabile.

Parteggiando per Nathan e per suo fratello, il giocatore viene coinvolto e si diverte grazie all’ironia dei protagonisti e degli altri personaggi di contorno. L’evoluzione grafica lascia quasi a bocca aperta, non solo quando ci si trova in Madagascar, ma anche nelle isole tropicali (no, non stiamo spoilerando): tutti i particolari sono eccellenti, e questo contribuisce a far sì che il giocatore si immedesimi ancora di più. Certo, alcune somiglianze con Tomb Raider o con Assassin’s Creed ci sono, ma si tratta di peccati veniali che meritano di essere trascurati, a fronte di un gioco così gradevole.